E' molto comune che davanti ai nostri bambini ci investa una sensazione di rabbia intensa che si trasforma presto in collera: i bambini sono impegnativi nella loro spontaneità. Sono autentici e sono intensi, starci a contatto richiede sempre pazienza, impegno e amorevolezza.
Come fare quando sentiamo salire la rabbia e sappiamo che stiamo per urlare (e quindi spaventare i nostri bambini)? Qual è il nostro obiettivo? Se vogliamo evitare uno scontro, ecco alcuni consigli:
1 – Trigger: scoprite quali sono i vostri “inneschi”, quelle gocce che fanno traboccare il vaso. Possono essere pensieri (“se adesso non la smette...”), sensazioni corporee (un nodo alla gola) o emozioni precise (sentirsi incapace). A volte sono addirittura dei suoni, ad esempio un determinato tono di voce (la lagna, l'urlo, la cantilena), altre volte delle frasi o parole specifiche (“Ho detto che non lo faccio!”, “Non me ne frega niente”, “questo cibo mi fa schifo!”). Cominciate a metterli a fuoco e vi sarà sempre più facile riconoscerli in anticipo.
2 – Le 4 A: individuato il trigger in agguato, cogliete quel potente attimo che intercorre fra il pensiero e l'azione e spostatevi un attimo sul vostro bambino. Usate il metodo delle 4 A (Dan Siegel): il mio bambino potrebbe sentirsi “Affamato”, “Arrabbiato”, “Assonnato”, “Abbandonato”? Se la risposta ad una di queste domande è sì, avete diversi strumenti a vostra disposizione. Questo vi aiuterà a cambiare scenario: non siete più voi incompetenti/fuori controllo/non rispettati versus un bambino tiranno/irrispettoso/maleducato/prepotente, ma diventate improvvisamente due persone con dei bisogni. E fra questi bisogni potete mediare.
3 – Nominare: “Mi sento proprio arrabbiato in questo momento!”. Ai bambini serve sapere che la rabbia può essere comunicata come ogni altra emozione, altrimenti vedranno in noi un solo meccanismo: rabbia trattenuta che si trasforma in rabbia agita (urla, minacce ecc). C'è un passaggio in mezzo a cui non siamo stati abituati ed è proprio quello che può aiutarci. Attenzione alle sfumature linguistiche, poiché la minaccia è sempre in agguato (“mi sto arrabbiando...”): l'effetto sarà proprio l'opposto e vi ritroverete sicuramente collerici nel giro di pochi minuti. Usare questa modalità non solo mostra rispetto ai bambini, ma aiuta anche a non ingaggiare le lotte di potere (TU-IO) che portano sicuramente ad uno scontro.
4 – Non incolpate i bambini: Dal testo di T. Jalbert e l'API Staff : esprimiamoci senza etichette “Mi arrabbio quando lanci i giocattoli!” anziché “Mi FAI arrabbiare!”. Non è il bambino in sé a farci arrabbiare, noi compiamo una scelta, anche se inconscia, quando ci arrabbiamo (decidiamo di arrabbiarci, ndr)”. Argomento pluri-trattato in letteratura.
5 – Attenzione al corpo: sedetevi, respirate. Bastano 30 secondi di corpo fermo per riuscire a riportarlo ad una condizione più ricettiva (anziché reattiva). I muscoli si sciolgono, il respiro rallenta, i battiti cardiaci scendono. Quando stiamo per scoppiare siamo letteralmente pronti per un combattimento e tutto il nostro corpo lo dice. Fermarsi aiuta anche a non intraprendere azioni fisiche contro i bambini: sculacciate, dita puntate, sollevamenti bruschi, strattoni, sguardi minacciosi. Non c'è nulla da vincere in quei momenti. Se abbiamo trovato i nostri trigger ci renderemo conto che non si tratta di un combattimento con i nostri bambini e che la nostra mente è presa da altro (punti per noi importanti, su cui possiamo lavorare).
E quando proprio non riusciamo? Quando le urla partono senza controllo e travolgono tutto intorno a noi e vediamo le facce dei bambini spaventate, piangenti, con le mani sulle orecchie?
Calma. Cambiare modalità di accudimento non è come accendere un interruttore, è un processo che va per gradi, disarmonico, dove si apprende da ogni piccola caduta. E' cadendo che impariamo a pulire e disinfettare la ferita, a cercare il cerotto e applicarlo per bene. Abbiate pazienza anche verso voi stessi che state imparando. Siate indulgenti.
La prima cosa da fare, è scusarsi con il proprio bambino.
Riferimenti:
API Staff & Tricia Jalbert, “What to do When You Want to Have a Tantrum” by API News, June 2000
Dan J. Siegel, T. Payne-Bryson: “La Sfida della Disciplina”, Raffaello Cortina Editore, 2015
M. & J. Kabat-Zinn: “Il genitore consapevole”, Garzanti, Milano, 2014
Testo elaborato dalla Dott.ssa Valeria Falovo